Rihanna, protagonista di un video HARD amatoriale
La rivista Hustler annuncia di esserne in posseso.
Mentre Rihanna era in vacanza a Portofino, i media di tutto il
mondo parlavano di questo filmato hard dove la tanto amata star si
divertiva con il rapper J-Cole. Sarà una bufala o soltanto la verità?
I fatti ci fanno pensare che qualcosa di vero c'e'…
La rivista Hustler ha appena annunciato di essere in possesso
della clip hard amatoriale con protagonista Rihanna.
Non ha spiegato come ne è veuta in possesso, nè se la utilizzerà
e in che modo. La fonte è autorevole: il giornale è uno dei più
credibili del settore negli States.
Dall’ entorage di Rihanna invece, un grande stupore.
Per loro il filmato porno non esiste. Ma ci fanno sapere che lei
qualche mese fa è stata in tour con J-Cole e il rapper pochi
giorni fa ha perso il suo telefonino. Magari qualcosa di
compromettente era proprio lì.
Consigliere Canosa dà schiaffo al figlio arrestato in Svezia
Niente più di uno schiaffo, uno scappellotto al figlio dodicenne, per strada, all’ingresso di un ristorante. Un gesto «naturale» per un papà italiano nei confronti del figlio in quel momento in preda ad un capriccio. Un gesto che, invece, nella fredda Stoccolma si è trasformato in un reato vero e proprio, costato tre giorni di prigione e guai a non finire.
La disavventura ha visto protagonista il canosino Giovanni Colasante, 46 anni, impiegato dirigente, oltre che consigliere comunale eletto in una lista civica e poi confluito nella «Puglia prima di Tutto».
La disavventuraTutto sarebbe accaduto in pochi minuti la sera di martedì scorso, a Stoccolma, dove Colasante - insieme con moglie, due figli e altri parenti e amici di Canosa - era appena arrivato per poi, all’indomani, partire per una crociera lungo i fiordi e nei luoghi tipici della Scandinavia.
Ma su quella nave Colasante non ci è praticamente mai salito. La famiglia si è stretta nel massimo riserbo sulla vicenda e non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione, soprattutto per scongiurare ogni tipo di fraintendimento con le autorità svedesi, rimettendosi alle loro decisioni, e confidando nell’interpretazione meno rigida possibile della vicenda.
Ma il tam-tam - dovuto anche alla posizione pubblica di Colasante - ha fatto sì che la notizia, l’altro giorno, si diffondesse nella città pugliese. Secondo la ricostruzione dei fatti, il gruppo dei canosini era davanti ad un ristorante di Stoccolma, quando Colasante avrebbe rimproverato il figlio in quel momento in preda a capricci e gli avrebbe mollato uno schiaffo.
Non è chiaro come si è giunti all’arresto: alla scena avrebbero assistito due persone, di nazionalità libica, forse avventori del locale, che avrebbero chiamato gli agenti svedesi. O forse il gesto è stato notato dagli stessi agenti di passaggio in quel momento.
In pochi attimi Giovanni Colasante si è ritrovato circondato da agenti ed in manette ed il figlio e la moglie in gendarmeria, tra l’incredulità non solo sua ma anche dei suoi compagni di viaggio. Tutti all’oscuro della legge severissima che vige in Svezia che non consente nemmeno ai genitori di alzare un solo dito sui propri figli, equiparando anche uno scappellotto al reato di maltrattamento. «Non è commisurato al reato o al gesto infliggere tre giorni di carcere ad un padre per aver rimproverato il figlio - ha commentato il legale di famiglia, l’avv. Giovanni Patruno - in Italia non sarebbe mai avvenuto».
Ed invece Colasante è rimasto in carcere per tre lunghi giorni per poi ottenere, venerdì, la libertà condizionata all’obbligo di firma ogni tre giorni.
la sentenza Ieri pomeriggio, poi, i canosini che, in questi giorni, erano comunque saliti in nave per completare la loro crociera, sono tornati a Stoccolma e sono stati ammessi a testimoniare in favore del loro compagno di viaggio, cercando di spiegare quello che appare «naturale», alla luce della nostra legislazione. La sentenza per questa vicenda è attesa per martedì 6 settembre, quando il giudice svedese farà conoscere la sua decisione.
Colasante, per via dell’obbligo della firma, è dovuto restare con la moglie a Stoccolma - in contatto con l’ambasciata italiana - mentre i due bambini torneranno oggi in Italia insieme con i parenti che facevano parte del gruppo. Tutti alquanto scossi da una vicenda che ha trasformato, non solo per il loro amico o parente, un viaggio di piacere in un incubo.
Prete espulso: 'Non sono gay, misuratemi l'ano'
MADRID - Accusato di omosessualità, un prete chiede che gli venga misurato l'ano. Accade a Fuenlabrada in Spagna, dove Andrés García Torres, parroco di un dormitorio, è stato espulso dal vescovo di Getafe e sottoposto a cure psichiatriche dopo aver pubblicato su un sito internet una foto a torso nudo con un amico, un incidente che ha sollevato contro di lui il sospetto di omosessualità. Padre Andrè si è difeso sostenendo che il ventottenne cubano con cui è immortalato, conosciuto in un seminario a Fatima, è solamente un caro amico. Ma poiché non è stato creduto sulla parola, per dimostrare la sua innocenza e chiarire una volta per tutte la situazione ha invitato il Vaticano ad esaminare direttamente il "corpo del reato". «Voglio che misurino la larghezza del mio ano, così vedranno se è dilatato», ha dichiarato alla stampa senza considerare che, anche se gli alti prelati accettasse di scandagliare i suoi più oscuri meandri con un improbabile “calibro”, difficilmente questo test a dir poco originale potrà dare un esito inconfutabile.
NEGANO L'ACQUA AL FIGLIO:E LUI MUORE DI SETE
DALLAS - In un periodo di forte caldo gli hanno vietato di bere per punizione per 5 giorni. E' morto così per disidratazione, il 25 luglio scorso, Jonathan James. Il ragazzino, di soli 10 anni, aveva avuto la colpa di bagnare troppo il letto secondo il padre Michael Ray James e la matrigna Tina Alberson, entrambi 42enni ora condannati a 99 anni di carcere. I due sono stati accusati giovedì di omicidio. Il fratello gemello di Jonathan, Joseph James, e un fratellastro di dodici anni sono stati affidati ai parenti. Il gemello Joseph ha detto ai media che voleva aiutare il fratello, ma era terrorizzato dall'idea di ricevere una punizione simile a quella del fratello. “Volevo fare qualcosa, ma non potevo”, ha detto Joseph. “Non potevo fare nulla perché sarei finito nei guai”. I documenti in possesso della polizia rivelano che il ragazzo ha sofferto fino a quando è caduto in casa e ha battuto la testa sul pavimento. Quando è arrivato in ospedale il padre ha detto alle autorità locali che Jonathan era malato. La nonna ha detto che Jonathan era un bambino tranquillo che non dava mai problemi ai genitori.
FANNO SESSO ALLA FINESTRA DI FRONTE ALLO STADIO
BRUXELLES - Hanno fatto sesso davanti alla finestra e la loro stanza d'hotel affacciava su un campo da calcio dove erano presenti migliaia di tifosi. Questi ultimi applaudivano i calciatori e intanto guardavano l'incontro hot tra la modella 26enne Alicia Tenderness e il suo amante. Il match si disputava a St. Truiden tra la squadra locale e il Lokeren, valido per la serie A belga, la Jupiler Pro League.
"Eravamo convinti che fossimo davanti ad un vetro coprente, che permettesse a noi di vedere all'esterno ma non viceversa. La mattina quando siamo scesi la signorina alla reception era molto fredda e non capivamo il motivo. Poi abbiamo letto il giornale lunedì e abbiamo realizzato".
Uno dei calciatori, Philippe Bormans, ha raccontato: "C'erano bambini allo stadio. Speriamo che una cosa del genere non si ripeta più". Il responsabile dell'hotel Luc Withofs ha promesso che metterà qualcuno a controllare quella finestra. "Dovrebbero mettere vetri oscuranti nella stanza", replica ancora la modella.
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